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- CAPITOLO 4 -
Con la visita della premier, divento una celebrità: è la prima volta che una femmina masochista e sottona viene trasformata in una vera vacca. Giornali e rotocalchi mi dedicano intere pagine di servizi. Non manca neppure la pubblicità. Dai muri delle strade, sui manifesti, negli spot televisivi, con un sorriso radioso a mezzo busto, le poppe che fuoriescono dai margini grafici, mostro mollemente una cartone del mio latte, che è anche l'unico a vantare una linea tutta sua: "Sweety Chiaretta, il latte che fa bene alla crescita".
È con tale risonanza mediatica che ci avviciniamo alla festa introdotta dallo stesso governo. L'idea della premier è di mostrare al mondo i reparti produttivi della nuova politica di segregazione e integrazione delle femmine in gonnella, come veniamo chiamate. Solo che di gonnelle non ne possiamo più indossare. Siamo nude e imbellettate, ognuna nella sua postazione, mentre le mungitrici pompano senza requie il nostro latte nelle cisterne, pronto per essere imbottigliato.
- Per la festa, ci sono intere comitive che si sono prenotate al solo scopo di visitare la fattoria e, più ancora, di conoscere Chiaretta. Mi raccomando, fatemi fare bella figura. Soprattutto te, è la raccomandazione che mi rivolge il fattore.
Per prepararci al meglio all'occasione, ci viene permesso di truccarci. Ci viene detto che dobbiamo essere bombe-sexy e noi obbediamo. C'è complicità tra noi ragazze, ma è chiaro che le maggiori attenzioni vengono riversate su di me.
- Dovrai essere impeccabile, Chiaretta, insiste il padrone della fattoria.
All'ingresso della stalla viene montato un distributore di preservativi.
- Ci teniamo alla vostra salute, ragazze. Di rapporti non protetti non se ne parla proprio, sottolinea il fattore.
La fibrillazione aumenta. Ormai mancano pochi minuti all'apertura della stalla. Da dentro si sentono le grida e gli schiamazzi di una folla bramosa e impaziente. Parte un coro:
- Chiaretta, fatti chiavare! Fatti chiavaaareee! Chiaretta fatti chiavaaareee! Fai-ti chia-va-re! Chiaretta fat-ti chia-vaaaa-reeeeeee!
Battiti di mani e risa di giubilo accompagnano il coro.
Per fortuna, la fattoria e lo stesso governo hanno previsto un servizio d'ordine con tanto di buttafuori, per evitare che si trascenda il clima della festa. Con le altre ragazze ci guardiamo in faccia. Nessuna riesce a biascicare sillaba. Dal fondo, una ci prova:
- Dignità, ragazze. Dignità!, afferma e si tace.
- Seh, dignità, penso io tra me.
A vederci non sembriamo altro che vacche in attesa della monta. Qualcuna piange per l'emozione. Personalmente sento il cuore che mi batte forte e mi sento quasi mancare. Finalmente, vengono aperte le porte della stalla.
Un boato indescrivibile si alza dalla folla.
L'umanità che si riversa tra i reparti, a stento trattenuta dalla vigilanza, è la più varia possibile. Hanno però tutti un punto in comune: che siano donne o uomini, tutti hanno la predisposizione al comando. La forza è il loro stile di vita. Anche i bambini vengono cresciuti con questo mito. Noi, invece, siamo quelle da non imitare.
Ad accoglierli non ci sono solo il fattore e la sua famiglia e quelli della sicurezza a tenerli a bada. Da un maxischermo si profila l’immagine della premier per un discorso inaugurale:
- Concittadini, concittadine! Questa è la vostra festa. Avevamo promesso che avremmo stanato tutte le femminucce succubi e mantenute e le avremmo relegate ai reparti di produzione forzata. Lo abbiamo fatto e ora ognuna di loro è pronta a godere di questa nuova posizione, secondo le proprie inclinazioni e i propri gusti. Non siate clementi con loro, perché non lo meritano né se lo aspettano. Prendete la vostra vendetta su di loro! Fatele sentire chi comanda qui! Fatele sentire il nerbo di una società nuova, forte, gagliarda, in cui uomini e donne hanno finalmente raggiunto la parità di genere. E chi non accetta questa realtà, chi non riesce proprio a fare a meno di essere succube e sottona perché questa è la sua natura, beh, io dico: che vada a farsi fottere! E ci penserete voi. Forza, dunque! Dateci dentro e buona festa a tutti e a tutte!
Terminato il solito discorso della premier la festa può avere davvero inizio.
In men che non si dica perdo di vista le altre ragazze e vengo circondata da persone gioiose e prepotenti, di tutte le età, che iniziano a scattarmi foto con il cellulare o a girare filmati.
- È Chiaretta! È proprio lei!
Prima tra tutti, mi viene fatta avvicinare una bambina. Avrà avuto cinque o sei anni.
- Una foto con la mucca Chiaretta!, esclama quella che dovrebbe essere la madre.
Si mette in posa. Prima foto.
- Ora un bacio!, insistono dalla folla.
La bimba dopo qualche titubanza si avvicina. Io, molto accondiscendente, le protendo le labbra. Lei mi bacia, ma subito dopo mi dà uno schiaffo. La folla ride e applaude.
- Brava! Gliel'ho detto io. Quando vai lì, tirale una sberla, le ho detto. Brava bimbaaaaa!, strepita la madre.
Un altro bimbo mi viene messo a cavalcioni sulla schiena. Anche lui è stato istruito a dovere dai genitori. Mi afferra la coda e fa le mosse di un cow-boy.
Dopo i bambini tocca agli adulti. Chiunque voglia togliersi lo sfizio è invitato a staccare il proprio numero, prelevandolo da una macchinetta tale e quale a quella del reparto gastronomia nei supermercati. Con i loro bravi preservativi in mano, gli uomini fanno la fila per chiavarmi. Sento il primo che mi gremisce per i fianchi, il suo coso che mi perlustra l'intimità, mi penetra, mi sbatte, mi regala un attimo di gioia. Viene. Avanti un altro.
I preservativi usati vengono appesi all'imbracatura in cui sono costretta, come i sacchetti di una conta che sembra non finire mai. Alcuni invece mi rovesciano il contenuto sulla testa, con gesto di rivalsa forse contro la mia popolarità.
Lo stesso trattamento è riservato a tutte le ragazze della fattoria, ma la fila più lunga è la mia: sono l’attrazione principale e devo riuscire a sostenere il ruolo.
Patapim-patampum!
Patapim-patampum!
Patapim-patampum!
Patapim-patampum!
I colpi che ricevo sono forti, veementi. Fanno a gara tra loro a chi mi chiava più duro. È un gioco così maschio, così rude, che mi sciolgo in un brodo di umori e di miagolii, di mugugni di godimento. Ognuno mi chiava a modo suo: mi tirano per i capelli, mi schiaffeggiano il sedere, me lo palpano, me lo impastano. Si piegano per afferrarmi le poppone e strizzarle, cosicché il latte ne esca più abbondante che mai.
Mentre vengo chiavata, il pubblico non smette di scattare foto, di registrare filmati. Non mancano neppure le influencer che mi mostrano in tutta la mia vulnerabilità:
- Wow! Qui abbiamo la famosa Sweety Chiaretta. L'avrete vista in televisione, che sponsorizza il proprio latte. Quello lo sa fare bene, ovviamente, ma non pensavamo sapesse anche farsi chiavare così bene. Sentite che colpi le rifilano a pecorina!
Patapim-patampum!
Patapim-patampum!
Patapim-patampum!
Patapim-patampum!
- Proviamo a intervistarla... Ciao, Chiaretta! Sei entrata nel clima della festa... oppure è il clima della festa ad essere entrato in te?, mi domanda l'influencer, con un sorriso a mezzaluna.
- Eh... direi... che... mi è entrato dentro... fino in fondo..., provo a rispondere, mentre dietro proprio non la smettono di spingere.
- Wow! Sei proprio una vera sottona, la classica femminuccia succube, una femmina in gonnella come si suol dire. Il governo ti ha fatto un bel regalo a rinchiuderti qui dentro, o no?
- Oh, sì!... Un bel... regalo... Oooooh!... Oh!... Godoooooooooh!
- Un orgasmo, amici e amiche! Un orgasmo della Chiaretta nazionale!
L'influencer mi bacia sulla guancia e il pubblico mi applaude.
È solo l'inizio.
Per animare la festa il fattore e i suoi collaboratori distribuiscono alcuni giocattoli, tra cui i lovense-lush. Uno di questi ovuli mi viene infilato dentro la vagina e il telecomando è affidato ad un ragazzetto che lo aziona, divertendo tutti gli astanti con le smorfie di godimento che mi si dipingono spontanee sul volto e che proprio non riesco a soffocare.
- Ooooooooooh, sì… Ooooooooh, sì… Come gooodddd…
Ma è un grido strozzato il mio, perché qualcuno pensa bene di farmi uno scherzo. Spegne il telecomando, l’ovulo perde il segnale e smette di vibrare proprio sul più bello. Mi contorco in una smorfia indispettita, sfatta, che suscita ilarità in chi mi osserva.
- Oh, povera Chiaretta! Non ha goduto. Eh, no! In sto giro non ha proprio goduto.
E giù tutti a ridere.
Per fortuna così come è stato spento, il telecomando viene presto riacceso e messo al massimo. La soddisfazione che mi si dipinge in volto è enorme. Finalmente riprendo la mia corsa insensata e sottona verso l’orgasmo.
- Ooooooooooh, sì! Sì!!! Come godoooooooooooooooooohhh!!!
È tale l’eccitazione di essere messa alla mercé di tutti e il godimento, che, per avere un minimo di sollevo, inizio a squirtare, guadagnandomi nuovi applausi e ululati dal pubblico. Non tutti sono propensi a farmi godere, purtroppo.
- Dov'è Chiaretta? Dov'è, che me la voglio chiavare a sangue!, grida da lontano una voce femminile che di femminile non ha nulla.
Dalla folla emerge e mi si presenta davanti un donnone quadrato. È appena sceso da un pulmino che ha portato alla fattoria un’intera comitiva di femministe, fanatiche sostenitrici della premier. Indossano tutte gli strapon, ma questa che sta venendo verso di me a grandi falcate ne indossa uno dalle misure allucinanti. In pratica ha una terza gamba che gli penzola quasi a toccare terra.
- Adesso te lo pigli tutto, da brava!, esclama, mentre si fa strada tra la folla, che la inneggia e la applaude.
Dopo essersi cosparsa la proboscide di abbonante vaselina, il donnone si issa dietro di me e mi indirizza lo strapon in mezzo alle chiappe.
- Ho letto che ti piace farti inculare. Ti piace, eh? Cazzo, sei proprio una femminuccia di merda! E allora, Chiaretta, sai che ti dico? Vaffanculoooooooo!!!
Mi afferra la coda, a cui fa fare un paio di giri attorno al suo pugno. Mi tira a sé e con una forza brutale affonda lo strapon nel mio buco di culo, che cede, si riempie, soccombe. Un male! Un dolore lancinante! Da non credere.
La donna mi cavalca con una furia, con un vigore che mi lascia letteralmente senza fiato, mentre il pubblico filma, se la ride e batte ritmicamente le mani.
- E Chiaretta l’ha preso in culo! E Chiaretta l’ha preso in culo!, cantano.
- Aaaaaaaargh!!!, caccio un urlo e svengo.
Da qui in poi non capisco più nulla. So solo che il video di quel donnone che mi scopa il culo e di me che urlo e svengo è diventato virale su internet. Per il resto, ho i ricordi annebbiati.
Una bambina mi infila una banana in bocca, per farmi stare zitta.
Due ragazzacci si divertono a tirarmi sculaccioni con racchette da ping-pong.
Qualcuno mi fa il solletico ai piedi, qualcuno mi lecca dappertutto.
Qualcun altro mi afferra le poppe e beve il mio latte direttamente succhiandomi i capezzoli.
Intanto il latte sgorga a fiumi nella cisterna.
Per farmi riprendere coscienza, quelli della sicurezza usano i sali.
Ancora annebbiata, come in un sogno dentro il sogno, vedo in un angolo della folla la Giusy. Anche lei è nuda, e al collo porta un collare attaccato ad un guinzaglio tenuto da una signora anziana, che si regge ad un bastone da passeggio.
- Giusy, ma cosa ci fai qua?
- Mi sono venuti a prendere. Lo sai che non sono mai stata una ragazza forte.
- E adesso che fai, dove ti hanno mandata?
- Faccio il cagnolino di questa signora, che è la vedova di un facoltoso industriale.
La signora non gradisce quella chiacchierata fuori programma e ordina a Giusy di smetterla:
- Se no, sai cosa ti aspetta!, la minaccia.
- Ma è Chiaretta, la mia amica Chiaretta.
- Non m'importa. T'avevo avvisata. Culo in aria!, ordina la signora.
La Giusy si accuccia e porge le tegra. Con una destrezza insospettabile per una persona anziana, la vecchia brandisce il bastone e glielo ficca nel culo.
- Oh, Giusy, ci hanno inculate entrambe! E anzi a giudicare dalle grida, ci stanno inculando tutte!
- Oh, sì, Chiaretta! Ma ti dirò... in fondo... è così bello!!!
Edited by Sweety Chiaretta - 25/8/2023, 12:18
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